Franceschini e Marino, salviamo il Museo della Civiltà romana!

Franceschini e Marino, salviamo il Museo della Civiltà romana!

Ammirare lo straordinario plastico in legno della Roma imperiale? Percorrere la colonna traiana grazie ai 125 calchi commissionati da Napoleone III? Studiare i dieci metri del testamento di Augusto impresso sul pronao del tempio di Ancyra (Turchia)? Farlo senza riscaldamento in inverno e senza aria condizionata in estate? Ecco a voi il Museo della civiltà romana (MCR) dell’Eur, a Roma. Proprio ieri Dario Franceschini, Ministro dei Beni Culturali, ha promesso di salvare il prospiciente Museo dell’Alto Medioevo e di rilanciare il polo museale dell’Eur. Proposito lodevole, tanto più se pensiamo all’investimento sui Fori fatto da Ignazio Marino appena eletto sindaco di Roma.

Ma tutti si dimenticano il MCR, attualmente chiuso per lavori in corso e destinato da tempo a essere restaurato.

Il fatto che praticamente nessuno conosca questa struttura nata nel 1942 è spiegabile con considerazioni banali: a parte la canicola tropicale da giugno a settembre e il gelo nei mesi invernali, il museo è aperto solo la mattina, mentre la biglietteria chiudeva alle 12.30. Un orario che favorisce gli studenti delle scuole, che in effetti erano la maggioranza dei visitatori. Il che – intendiamoci! – avrebbe pure un senso: il MCR è una straordinaria occasione didattica, poiché è l’unica struttura che fornisce una panoramica evolutiva (diacronica) sullo sviluppo della civiltà romana. Secolo per secolo, èra per èra, con tutte le differenze del caso.

Mentre tutti discutevamo se fosse giusto che Diego Della Valle finanziasse il restauro del Colosseo, riempiendoci la bocca con dottissime riflessioni sull’interazione tra pubblico e privato nel settore dei Beni Culturali, il MCR ragionava su come garantirsi un futuro. Antonio Preiti, un esperto del settore, provò a suggerire l’uovo di Colombo: affidiamo il museo a un privato che lo trasformi in una risorsa piuttosto che trattarlo solo come un centro di spesa. Lo schema sarebbe semplice. Bando di gara trasparente e aperto, impegno a tutelare l’accessibilità di alcune categorie (studenti, anziani, ecc.), coordinamento scientifico e controllo saldamente nelle mani della Sovraintendenza, valorizzazione economica a carico del privato interessato a ricavare un profitto.

Rischi? Se tutti fanno il loro dovere, pochi. Vantaggi? Enormi.

Per questo mi sento di fare un appello al Ministro Franceschini e al sindaco Marino. Salviamo il MCR, facciamolo conoscere ai romani e ai tanti turisti innamorati della grande bellezza di Roma. Ma proviamo a farlo in modo virtuoso, senza sprechi e prebende, con un atteggiamento ottimista, positivo e rivolto al futuro.

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