Federica Mogherini, c’è posta per te!

Federica Mogherini, c’è posta per te!

Putin sembra già concentrato sulla Trasnistria. La Crimea è archiviata e anestetizzata da un primo pacco di rubli. Rimane un dubbio sull’Ucraina: verrà invasa oppure Putin e Obama troveranno un accordo di compromesso?L’impressione è che americani e russi vogliano entrambi trovare una soluzione che eviti la guerra, e il resto del mondo non attenda altro per potersi di nuovo – dieci anni dopo – dimenticare l’Ucraina.

Al di là della configurazione del futuro stato ucraino (federale?) è interessante capire chi siano i nuovi leader di piazza Maidan e se ci siano ragioni di preoccuparsi per via dei gruppi neo-fascisti, intolleranti, razzisti, antisemiti. Il filosofo francese Bernard Henry Lévy, che fin da subito ha sposato la causa degli occupanti della Maidan, ha negato recisamente. I leader della piazza, oggi al governo, sarebbero democratici e filo-occidentali, i gruppuscoli di estremisti non vanno sovradimensionati e soprattutto usati per demonizzare questa rivoluzione (quasi) di velluto.

Nei giorni scorsi una lettera dello stesso tenore è partita per la Farnesina, destinazione Federica Mogherini. A firmarla sono una ventina di studiosi, esperti e amanti dell’Ucraina, riuniti nell’Associazione Italiana Studi Ucraini. Mi pare un documento interessante proprio perché scritto da persone che conoscono bene questo paese sostanzialmente sconosciuto, avendogli dedicato anni e anni di sudate carte.

Si legge: “L’Ucraina contemporanea è uno Stato che agisce nel rispetto dei diritti di tutte le sue componenti etniche, linguistiche e religiose e che, nel proprio territorio, garantisce le condizioni necessarie per un loro ordinato e civile progresso. In particolare, nell’Ucraina indipendente la lingua e la cultura russa non hanno mai subito alcun tipo di sopraffazione, né mai si sono verificati conflitti con i portatori di questa cultura; possiamo pertanto categoricamente smentire le informazioni in merito ai soprusi nei confronti della popolazione russa o russofona (di quest’ultima categoria peraltro fanno parte anche numerosi ucraini, o esponenti di altre componenti minoritarie). Altrettanto troviamo pretestuose le richieste di autonomie culturali o amministrative ancora più ampie per i russofoni: l’uso della lingua russa è liberamente garantito in tutte le regioni, e ogni accusa di sua presunta discriminazione da parte dello stato ucraino e del suo governo può derivare solo da disinformazione o falsa propaganda“.

La lettera prosegue poi con un’affermazione altrettanto impegnativa: “L’Ucraina oggi presenta standard di democrazia e tolleranza che sono in linea con quelli vigenti in altri paesi europei e noi, crediamo, signora Ministro, che Lei, rappresentante dell’Italia nel mondo, possa apprezzare questi risultati e la lunga strada percorsa da una nazione, la cui storia, come Lei ben sa, è stata particolarmente travagliata. Crediamo che le distorsioni della verità propagate in questi giorni rischino di favorire gli elementi più violenti e intransigenti e abbiano come obiettivo il discredito dell’Ucraina agli occhi dell’Europa e del mondo“.

Non è certo oro colato, ma questa lettera hai il pregio di una presa di posizione chiara e ci aiuta a ragionare su quale debba essere la prospettiva italiana.

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