Sindaca Raggi, non dimentichi Natalya

Sindaca Raggi, non dimentichi Natalya

Vi ricorderete il caso di Natalya Gargovich, la donna bielorussa di 43 anni trascinata nel luglio scorso da un vagone della metropolitana, a Roma. La sua borsa della spesa rimase impigliata e il macchinista non si accorse di nulla, anche perché stava mangiando un panino mentre pilotava il treno. La vicenda destò scalpore, fu aperta un’indagine interna che per il momento non ha rilevato irregolarità, tanto che l’uomo è stato reimmesso in servizio.

Non voglio discutere di questo: esistono a tal fine i processi e gli organismi di controllo.

Ma la donna ha rilasciato un’intervista la settimana scorsa a “Il Messaggero“. Ha raccontato le sue condizioni spaventose dopo decine di interventi chirurgici e aver perso tutti i denti. Una vita distrutta, senza nessuno ad aiutarla se non sua sorella. Natalya non ha chiesto nulla al Comune, né all’Atac, né a nessun responsabile pubblico. Si è solo lamentata che nessuno le abbia fatto una telefonata. Nessuno. Per sapere come stava, al limite per informarsi se avesse bisogno di qualcosa.

Cara sindaca Virginia Raggi, è una cosa dappoco. Ma di grande significato simbolico. Siamo una comunità e lei ne è la guida, e i valori di una società si sostanziano nei gesti. Sindaca Raggi, faccia un colpo di telefono a Natalya, le dica che i cittadini di Roma sono dispiaciuti per la tragedia che le è capitata – al di là delle indagini e delle responsabilità – e che il Comune sarebbe lieto di poter fare qualcosa per lei e sua sorella. Che male può fare?

Come recitava una vecchia pubblicità, a volta una telefonata allunga la vita. Ci pensi.

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