Lucia, 78 anni, di Roma, ha paura di prendere il virus perché ha già tanti problemi di salute. Deve trovare una sistemazione per il cane, un bassotto di tre anni che le è molto legato e che ha preso al canile. Angela, 63 anni, marchigiana, un marito a volte violento. Negli anni si è creata un’oasi di pace fuori da casa sua in un centro diurno per anziani, dove ha costruito rapporti basati sulla tenerezza e sull’amicizia. Ingredienti che dentro casa le sono completamente preclusi. Il Coronavirus le ha tolto questo sfogo, si sente terribilmente sola e per questo ci ha telefonato.
Katia, 56 anni, di Bisceglie. É una partita IVA (estetista) con un reddito inferiore a 3.500 euro l’anno. Non riesce a chiedere i 600 euro che servono a lei e alla famiglia. Franco, 64 anni, insegnante di scuola. Da un anno e mezzo ha problemi cardiaci e non può lavorare. Non si è perso d’animo e si è messo a fare del volontariato. Non contento, vorrebbe dare una mano anche a #iorestoinsieme.
Ludovica, 34 anni, ha amici e famiglia a 600 chilometri, li sente, li sente vicini. Ha chiamato lo stesso. Abbiamo finito per parlare di ricette e di cucina. Marco, della provincia di Milano, 79 anni, pensionato. Ha perso la moglie per Coronavirus: il virus lo ha contratto in ospedale, e in tre giorni se ne è andata. Prova tanta rabbia. Difficile trovare conforto e sfogarsi in un momento così.
Fiorella, 56 anni, provincia di Rieti. É stata lasciata dal compagno per un’altra a dicembre. Non ha fatto in tempo a riprendersi che si è dovuta chiudere in casa. Adesso non sa cosa fare, se richiamarlo oppure no. I suoi pensieri si perdono tra la depressione per la storia d’amore e il Coronavirus, mentre i figli disapprovano la sua vecchia relazione e dunque non vogliono consolarla.
Questa è un pezzo d’Italia ai tempi del Coronavirus. I nomi e i luoghi dove si intrecciano esperienze, lutti, solitudini, pensieri…sono stati cambiati. Le storie però sono quelle che abbiamo ascoltato attraverso #iorestoinsieme, una linea telefonica per farsi compagnia gestita da 80 volontari. Abbiamo parlato con migliaia di persone, e lo facciamo per chi ci chiama e anche per noi. Non siamo specialisti e psicologi e lo spieghiamo subito a Fiorella, Marco, Katia…Siamo persone che condividono con chi ci chiama una condizione comune: siamo chiusi nei nostri appartamenti, sentiamo che – anche quando stiamo bene – c’è qualcosa che scava, ogni giorno.
Il tempo rinchiusi, le preoccupazioni per le persone alle quali vogliamo bene che non possiamo avvicinare, ma anche i pensieri materiali: le fatture che non entrano, le bollette, la cassa integrazione. O, più banalmente, la preoccupazione per una situazione che ci ha colto di sorpresa e che non possiamo controllare. Le notizie che corrono con il conteggio dei morti giornalieri.
Una molla per stare meglio? Agire per sentirsi più forti come comunità: provare a restituire la calma e il benessere di spirito che proviamo a creare. Davvero, l’idea che se ne esce solo se ne usciamo tutti insieme. Se volete anche un po’ di egoismo, ma a fin di bene: il piacere di aver dato una mano e il fatto di sentirsi tutti sulla stessa barca, chi chiama e chi riceve la telefonata. Per questo non ci reputiamo “servizio”: quello lo lasciamo a professionisti e competenti. Noi ti ricordiamo che non sei solo, scambiamo pensieri, ci facciamo una risata, a volte risolviamo qualche piccolo problema pratico, con soluzioni che una persona in difficoltà a volte non riesce a vedere davanti a sé. Come Sofia, che ci ha chiamato dalla Provincia di Grosseto: in 24 ore siamo riusciti a farle avere la spesa a casa tramite la Croce Rossa.
Il progetto è nato per Roma, tramite la nostra associazione “Roma! puoi dirlo Forte”, ma subito è diventata una cosa nazionale. La chiave? L’incontro. Due persone che si incontrano e aprono una finestra sulla vita altrui: è già aria fresca. Non è il racconto della tv, è la realtà di una relazione. É aria fresca chiedere e raccontare di cose anche banali: la spesa della settimana (quale? Come?), finire per caso a parlare di una ricetta, ragionare insieme su cosa farai fra un mese. Come sarà il famoso “dopo”. A volte, invece, si stringe il cuore: certe situazioni non si sanano con una telefonata, e vorresti prendere la macchina e andare lì.
Il numero di telefono (0656548370) e le indicazioni per chiamare – tutti i giorni dalle 17 alle 21 – li trovate qui. Noi ci siamo, e la domanda che ci facciamo è: come non sprecare tutta questa energia che nasce dalla voglia di uscire collettivamente da questo momento? Ognuna delle relazioni che costruiamo ha una sorta di magia e si trasforma in un momento “speciale”. Dovremmo farne una scorta da usare quando ricostruiremo.