“Penso che le primarie siano necessarie e che Gualtieri le farà se deciderà di candidarsi. Oggi a Roma le primarie servono per costruire una nuova alleanza civica, sociale e politica, che consenta alle persone di scegliere il candidato, o la candidata, la squadra e il programma di Governo”. Così Tobia Zevi, candidato sindaco di Roma, in un’intervista al nostro quotidiano.
Mai come ora i romani si aspettano dal futuro sindaco scelte importanti per rilanciare la Capitale. Quali sono per Lei i punti deboli di Roma? Come intende migliorarli?
Tutti conosciamo le emergenze quotidiane della città: le strade sporche, gli autobus che vanno a fuoco, la gimcana tra le voragini che ognuno di noi deve fare camminando o guidando, l’Amministrazione comunale nemica del cittadino. Sono disservizi drammatici e sbaglia chi minimizza, sostenendo che non si può parlare solamente di banalità: le nostre vite sono rese assai più difficili da questi inconvenienti, che a volte si trasformano in vere e proprie tragedie, chi muore sotto un albero che cade, o per colpa di una buca. Detto ciò, occorre anche riscoprire una visione, un sogno: io vorrei una città in cui i giovani abbiano un futuro e trovino un lavoro. Per questa ragione penso che occorra ricostruire un’anima economica della città. Una Capitale più prospera, più attrattiva, e più giusta.
Leggendo il suo programma elettorale salta all’occhio l’espressione “sindaco della notte”. Che cosa vuol dire?
Si tratta di un esperimento già testato in varie città europee e del mondo. Una figura, o un organismo, che gestisce le ore notturne per rafforzarne il valore economico e culturale. Ristoranti, teatri, cinema, bar, locali, discoteche ed eventi. Ma anche sicurezza, mobilità e decoro. La vita notturna non deve essere un disagio per i cittadini, ma può essere un importante volano di economia, turismo e creatività, soprattutto giovanile. Esattamente ciò di cui Roma ha bisogno.
Qual è il suo giudizio sull’operato Raggi?
Molto negativo per almeno tre ragioni: la città è male amministrata e priva di un orizzonte a medio termine; la Pubblica amministrazione è inefficiente e sorda alle esigenze dei cittadini; non stiamo ragionando a sufficienza, e nel modo giusto, sugli obiettivi del Recovery Plan per Roma. Oggi dovremmo progettare la città dopo la pandemia, con immaginazione e serietà, e invece la sindaca sta tutti i giorni a millantare successi che noi cittadini semplicemente non vediamo.
La possibile discesa in campo dell’ex ministro Gualtieri potrebbe far saltare le primarie nel Pd. Lei è d’accordo o ritiene indispensabile una sfida con gli altri possibili candidati?
Penso che le primarie siano necessarie e che Gualtieri le farà se deciderà di candidarsi. Non sono un totem, le primarie, anzi molti le mettono legittimamente in discussione. In passato, sono state un’esperienza sia negativa sia positiva. Ricordo per esempio quelle del 2010, a Milano, che a sorpresa elessero Giuliano Pisapia: fu una tappa indispensabile per avviare quell’onda di cambiamento che portò alla vittoria contro Letizia Moratti e la destra. Ecco, oggi a Roma le primarie servono per costruire una nuova alleanza civica, sociale e politica, che consenta alle persone di scegliere il candidato, o la candidata, la squadra e il programma di Governo.
Parlando di mobilità sostenibile, secondo lei il progetto del GRAB (Grande Raccordo Anulare in Bici) è da ritenersi come prioritario rispetto ad altri programmi come rifiuti e trasporti?
Se parliamo di sostenibilità, noi sappiamo che la sfida è tenere insieme rispetto per l’ambiente, equità sociale e crescita economica attraverso l’innovazione. La gestione dei rifiuti è essenziale in una prospettiva ambientale, come lo è il trasporto pubblico e come sempre più lo sarà la mobilità alternativa e sostenibile. Lo sforzo che dobbiamo fare è integrare sempre di più queste sfide, immaginandole come tessere di un unico mosaico. Il GRAB è un progetto fondamentale, come lo sono il recupero del Tevere e dell’Aniene, quello delle Mura Aureliane e quello del litorale, tanto per citarne alcuni.